Come alcuni sanno in famiglia c'è una disputa sulla possibilità di adottare un cane. Per portarsi avanti con il lavoro Daniele sta leggendo un utile libro: "Manuale pratico di educazione e addestramento del cane". Il libro, preziosa eredità di Nonno Pier Vittorio a Daniele, è stato edito nel 1962. Il titolo originale dell'opera è "Manuel pratique d'education et de dressage du chien" perchè l'autore, Arnoldo Fatio è (era?) un giudice addestratore della Società Cinologica Svizzera. E dobbiamo dire che, forse, questo manuale risente un po' dell'epoca e della cultura a cui apparteneva l'autore.
Non staremo qui a svelarvi tutti i segreti con cui addestrare i vostri cani ma vogliamo porre l'attenzione su un tema che in questi tempi di buonismo, tolleranza e integrazione è ormai tralasciato: l'addestramento della serva. Vediamo, quindi, cosa ci insegna l'illustre studioso.
"Immaginate di avere al vostro servizio una impiegata di lingua assolutamente diversa da quella che voi parlate e che le ordiniate, in italiano, di scopare la cucina. Essa vi guarderà con curiosità cercando d'indovinare sul vostro viso quello che attendete da lei. Se prendete allora questa inerzia per pigrizia o cattiva volontà e le date uno schiaffo, creerete nel suo psichismo una associazione di idee semplicissima: l'ordine è lo schiaffo. E, ogni volta che essa udrà l'ordine di scopare la cucina, essa non reagirà che mettendo il suo braccio all'altezza del viso per proteggersi, per quanto intelligente possa essere.
Se però, al contrario, dando per la prima volta il vostro ordine, voi piazzerete la scopa nelle mani della vostra cameriera e se, dandoglielo per la seconda volta, le mostrerete la scopa, voi vedrete che la terza volta essa andrà da sè a prendere la scopa, pur guardandovi per assicurarsi di avere ben compreso. Voi potrete, allora, dare i vostri ordini dalla camera attigua e otterrete una perfetta obbedienza. E' questo che si chiama un buon lavoro. Fondato sull'insegnamento corretto dell'ordine e del suo significato.
Logicamente, quando la vostra serva vi avrà provato che essa capisce perfettamente ciò che volete e si permette di disobbedire, il momento della repressione sarà venuto. E questa volta non sarà data a vanvera. Non bisognerà anzi permettere nessuna velleità di disobbedienza, altrimenti sarebbe la catastrofe. Meglio sarebbe valso non insegnare nulla; difatti, per tutto e in tutto, la disobbedienza neutralizzerà ormai tutte le vostre intenzioni."
Personalmente ringrazio il Fatio perché oltre agli utili insegnamenti (giovedì arriva Nicoletta e proverò a metterli in pratica) ha il merito di avermi ricordato almeno due cose: l'importanza dell'uso del "punto e virgola" e un film che avevo ormai rimosso. Lo straordinario "La schiava io ce l'ho e tu no" con un ottimo Lando Buzzanca.
Immancabile, il libro, in ogni biblioteca che si voglia definire tale.
Dal celebre "Manuale pratico di educazione e addestramento del cane", pag. 58: Età propizia alla formazione del cane:
RispondiElimina''Considerate il ciclo normale della educazione di un bambino: dopo essere stato preparato dai suoi genitori, egli prende la strada della scuola verso i 6 o 7 anni, per acquisire un'educazione e una istruzione generale. A 16 anni impara un mestiere, per ricevere un'istruzione specializzata e tecnica. Il bambino passa dunque, dalla infanzia alla maggiore età, attraverso tre stadi di educazione nettamente diversi e perfettamente adatti alla sua età. [...]
Un cane di 16 mesi dovrà essere atto al servizio.
Ci si vorrà scusare di aver stabilito questa relazione tra l'educazione del bambino e quella del cane."
E ancora:
''Prendiamo un semplice esempio che scegliamo apposta nel campo della educazione dei bambini. Un bambino urta la testa contro un mobile e si mette a piangere. Più tentate di consolarlo, più piangerà. Ma se gli dite in tono severo: «Spero che non hai rovinato il mobile, se no, povero te!» il bambino smette spesso di piangere, mentre ispezionate il mobile.